Una croce in Siberia by Heinz G Konsalik

Una croce in Siberia by Heinz G Konsalik

autore:Heinz G Konsalik
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788817674843
editore: Rizzoli
pubblicato: 1990-01-01T00:00:00+00:00


9

Abukov si prese tempo. Molto tempo.

Salutò per primo Mustai Jemiljanovic e al vederli si sarebbe detto che fosse rientrato da una missione spaziale. Si abbracciarono e si baciarono e si ripeterono con un profluvio di parole altisonanti che era una gioia indicibile rivedersi. Dopo l'usbeco fu il turno di Gribov, che se lo strinse al grasso petto, ansimando per l'entusiasmo e la commozione e trovando, nonostante la pena dell'animo, l'occasione di sussurrargli all'orecchio: «Ce ne sarà abbastanza per noi, fratellino caro?».

«Più che abbastanza.»

«Ah, sapessi con quanta ansia ti ho atteso, Viktor Juvanovic!» rise il ciccione, felice. «Mi hanno divorato tutto! Da alcuni giorni l'intero campo riceve una mezza razione in più e io devo grattare il fondo dei sacchi di farina e d'orzo. Le ultime scorte di carne sono quasi sparite. E sai chi è stato a mettermi in questa situazione? La Ciakovskaja, in combutta con quella gatta morta di Morosov. A quanto pare perché i prigionieri erano esauriti, tanto che non ce la facevano più a mandare avanti il lavoro sul tracciato. Rassim adesso è nero come la pece. E si può capirlo. A chi piacerebbe che la storia arrivasse alle orecchie di quelli della centrale? Te lo immagini? Controlli, interrogatori, commissioni… Anche Jachjajev ha avuto un sussulto nel sentire che Morosov era deciso a denunciare la situazione. E Rassim, pur non ignorando che il magazzino è quasi vuoto, mi viene a dire come niente fosse: "Domani, caro il mio grassone, voglio che alla mensa ufficiali servano una bella basturma. Lo sai cos'è? Polpa di manzo marinata allo spiedo. Per lo spavento m'è venuta la diarrea. Ho passato due giorni e due notti al cesso! La vita è diventata dura, da queste parti!»

«Sta' tranquillo, Kasimir Kornejevic. Ho a disposizione un intero quarto posteriore di manzo.»

«Fratello mio!» Gribov se lo strinse di nuovo al petto ben foderato di lardo.

«Sei il salvatore dei disperati!» Abukov pensò agli affamati del campo e annuì ripetutamente. «Naturalmente il quarto di manzo ce lo dividiamo a metà.»

«Certo, certo!» asserì Gribov con calore. «E come stiamo a pollame?»

«Dieci a testa.»

«Questa è musica per le mie orecchie. E col grasso?»

«Un barilotto per te, uno per me. Burro cotto.»

«E a formaggio?»

«Due forme per ciascuno.»

«Il cielo s'illumina! Niente assegnazioni speciali?»

«Trecento tavolette di cioccolato per i militari…»

«Non credi che ne potrebbero bastare duecento, mio caro Abukov?»

«Anch'io avevo già calcolato così…»

«Vedi come può essere bella la vita quando due persone si comprendono bene, Viktor Juvanovic?» Gribov, sopraffatto dalla gioia, aveva perfino le lacrime agli occhi. «Porta il camion nel capannone del magazzino. Da ora in avanti lo scaricheremo sempre là dentro.» Fu così che Abukov dovette occuparsi per prima cosa di vuotare il suo numero undici, di suddividere le "eccedenze", di farsi firmare da Gribov l'elenco ufficiale e di mettere da parte, ben nascosti, due pacchi. Gribov, incuriosito, li osservò con uno sguardo interrogativo e piuttosto preoccupato.

«Per Rassim e per Jachjajev» disse Abukov. «Desideri realizzati…» Gribov si astenne dal chiedere qualcosa di più preciso e nascose la sua parte di bottino



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